Lo avevano preannunciato ed erano lì, gli striscioni di contestazione al ministro Urso, in visita a Taranto nel pomeriggio del 15 ottobre per mantenere la parola data nei mesi precedenti: riaccendere Afo1, il secondo altoforno dell’Ilva. Vicino la portineria C dello stabilimento ex Ilva presente un gruppo di attivisti e il Comitato Liberi e Pensanti. “Questa fabbrica deve essere chiusa e riconvertita, deve esserci solo un campo di grano qua. Qua ci sono lavori per i prossimi 30 anni per le bonifiche. Se vogliono poi possono industrializzare di nuovo questo impianto utilizzando fonti non inquinanti, ma tutto questo ha un costo, ed è un costo che devono sopportare, cioè che deve sopportare lo stato italiano” – ha denunciato uno degli attivisti.
Contestate il ministro Urso, credete che l’operato del ministro sia in linea con i precedenti governi o lo ritenete peggiore?
“L’operato di Urso è peggiore dei precedenti governi, è più sarcastico, è una provocazione alla città di Taranto, una provocazione ai morti, ai bambini malati dell’ospedale Moscati. Nel 2022 l’Onu ha riconosciuto tutto questo. Cos’altro possiamo fare se non opporci a queste decisioni che sono contro la salute di tutti? Con la produzione al minimo ci sono picchi di benzene elevatissimi. Figuriamoci ora con la riaccensione di Afo1.”
Tra le parti presenti a contestare, il Comitato liberi e pensanti, che ha redatto un apposito “foglio di via” al ministro Urso, in contestazione alla riaccensione dell’altoforno 1. “La fabbrica è illegale e il ministro ha violato l’art.32 della Costituzione perché non ha tutelato la salute dei cittadini” – hanno dichiarato gli attivisti del comitato.
Di seguito le dichiarazioni del ministro Urso, intervenuto in conferenza stampa con il commissario straordinario di Acciaierie d’Italia Giancarlo Quaranta.
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